La storia in questione ha inizio con una duplice intitolazione alla Chiesa e confraternita ancora attiva e operativa all’interno del bellissimo centro storico di Gallipoli, stiamo parlando della Chiesa del Carmine sede dell’ attuale confraternita a lei dedicata.
La storia della Confraternita
Gallipoli come detto precedentemente era considerata la “Città dell’Oro Giallo” perché da qui salpavano numerose navi cariche di olio lampante. Ma aveva anche un attaccamento hai suoi culti legati ai numerosi ordini religiosi presenti in città.
Come Firenze e poi come molte altre città italiane a partire dal Medioevo anche qui arriverà l’influenza confraternale forse anche facilitata dalla dominazione spagnola che ebbe la città.
I sodalizi in questione nascevano come nucleo operativo senza scopo di lucro per aiutare i più fragili e bisognosi facendo le cosiddette Opere di Misericordia Spirituali e Corporali, ma allo stesso tempo promuovevano e preservavano i culti legati ai loro santi patroni.
Ma torniamo a Gallipoli, non si sa esattamente quando la Confraternita in questione sia nata, infatti le fonti si dividono in chi pone la sua fondazione intorno al 1300 e chi la pone intorno alla metà o fine del 1400.
Originariamente essa aveva solo un titolo ovvero Confraternita della Misericordia o di S. Maria della Pietà.
Sappiamo però da fonti certe che la confraternita venne ripristinata nel 1530, ad opera di alcuni nobili gallipolini come: Filippo d’ Ospina, Francesco Mangalabeto, e Giovanni Armellino Spiri devoti al culto della Vergine Addolorata.
Il sodalizio in questione era legato alle Opere di Misericordia soprattutto a favore dei cittadini poveri, dando loro assistenza socio economica, medica e funeraria.
Possiamo presumere che la prima confraternita avesse una sorta di chiesa o cappella interrata, e che poi intorno al 1600 sopra di essa venne edificata un’altra chiesa intitolata alla Madonna del Carmine con relativa confraternita, questo confermato dalla visita Pastorale di Mons. Filomarini condotta nel 1714 il quale lo stesso ci racconta che quest’ultimo sodalizio governasse anche quella inferiore per mancanza di confratelli.
Le due chiese resistettero divise fino al 1836 anno in cui si decise di abbatterle e costruire unica chiesa. Prima di questa fatidica data i due sodalizi vennero unificati il 31 dicembre del 1776 e nel 1790 si ebbe così il duplice titolo: Confraternita di S. Maria del Monte Carmelo e della Misericordia.
La confraternita ancora oggi mantiene da quella unione i due abiti. Il primo con saio bianco, mozzetta color cenere e scapolare marrone proprio a richiamare l’abito Carmelitano ed utilizzato durante tutto il periodo liturgico fatta eccezione nel periodo pasquale che subentra l’abito della Misericordia di colore completamente nero.
Ma la confraternita è conosciuta soprattutto per il culto legato alla Vergine Addolorata che a Gallipoli si festeggia il venerdì antecedente la Domenica delle Palme, con una settena dedicata proprio alla Vergine.
Il Culto della Vergine
Dalle fonti a disposizione sappiamo che la processione a lei dedicata si svolgesse già intorno al 1791 e da lì in poi fino ai nostri giorni.
Questa giornata speciale è caratterizzata dalla solenne processione che a partire dalla chiesa di appartenenza, sita in via Fontò, si snoda intorno alle ore 12.00 per raggiungere la Basilica Concattedrale dove verrà celebrata la Santa Messa e dove successivamente ci sarà l’esecuzione musica-canora dell’ Oratorio Sacro, eseguito altre due volte nelle parrocchie del borgo durante la giornata.
Durante questa processione tradizionali sono: “li suppij” (accoglienza e accompagnamento) nei confini della parrocchia di propria appartenenza che svolgono le confraternite del SS. Sacramento e di S. Maria della Neve e del Cassopo. Al rientro, emozionante è la benedizione del mare che vede il simulacro affacciarsi sul bastione di S. Francesco di Paola. Affacciandosi sul porto della città, accolto dall’ applauso del popolo e dal saluto dei pescherecci, il parroco impartisce la Benedizione.
La tradizione vuole che durante questa giornata di preghiera il pranzo tipico siano fagioli bolliti, conditi con olio e limone, ed a cena la pasta alla “pizzaiola”.
La Chiesa
La chiesa presenta un unico portale d’ingresso con timpano spezzato, all’interno presenta un unica navata di forma quadrata coperta da una volta con al centro lo stemma delle due confraternite e sorretta da due colonne di ordine dorico.
Sulla parete di fondo si può ammirare l’altare maggiore che ospita una grande pala di altare raffigurante la Deposizione di Gesù dalla Croce e lo stesso altare venne commissionato dalla Famiglia Ravenna questo confermato dal loro stemma presente ai lati dello stesso.
Sono presenti due altari ai lati della chiesa uno a destra dedicato alla Vergine Immacolata e Santa Lucia e l’altro a sinistra dedicato alla Vergine del Carmelo.
Una piccola curiosità che sappiamo e che la confraternita originaria fosse antica da una prova presente e visibile ancora oggi appena entrati in chiesa sulla destra si può ammirare un monolite in pietra rappresentante la Vergine Immacolata.
Questa prova ci viene confermata dalla visita pastorale che compì Mons. Pellegro Cybo che nel 1563-64 attestava la sua presenza nel vecchio fabbrico della confraternita oggi abbattuto. Lo stesso poi venne messo nell’attuale chiesa solamente tra gli anni 80-90 del secolo scorso recuperato dalla cripta sottostante l’ attuale chiesa.
FONTI
Dott. Vito Russo “Le confraternite in Italia nel Medioevo e post medioevo: Cenni storici sulla Confraternita del Carmine e della Misericordia di Gallipoli” – 2023